
Lo spopolamento conseguente al disastro del Vajont ha congelato il paese in una specie di capsula del tempo...

Se avremo l'occasione di andarci, ti porterò in moto fin quasi a toccare la ferita della montagna...
Sei mai sceso giù per la frana, che ancora oggi occupa lo spazio che un tempo era stato occupato dal lago, fino a toccare la diga?
Provoca qualcosa che le parole non possono descrivere... il terreno che sussulta... le urla... il fragore di quel muro d'acqua... il silenzio subito dopo... ti entrano nella testa appena la tocchi, e ne porti per giorni i segni...
A me succede questo ogni volta.
Ogni tanto sul piazzale trovi un signore, con dei plastici che ricostruiscono ciò che avvenuto in quei giorni... è un sopravvissuto si Casso... vende anche dei libri... ha come sua missione divulgare ciò che è successo affinché non venga dimenticato... ama farlo soprattutto con i giovani, che vengono portati qui dalle scuole in gita e che arrivano svogliati e distratti... ma con i suoi racconti se ne vanno, spera (e spero) con una diversa consapevolezza.
