Universo Biker ; storie e leggende
- Gioel
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Grazie ancora Giovanni per tutte queste belle ed interessantissime storie e leggende di moto.
Io invece credevo che il faro nastrato ad X fosse un segno di riconoscimento adottato da qualche clan o band motociclistica.
Io invece credevo che il faro nastrato ad X fosse un segno di riconoscimento adottato da qualche clan o band motociclistica.
✌BRACCIO IN FUORI.... SEMPRE!!!!!!
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- Pasquale63
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Chiaro come sempre, grazie Giovanni
- geronimo
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Fra le storie che avevi titolato, questa era l'unica che conoscevo, perfetta!!! Grazie Giovanni
Nulla ha potere su di me tranne i miei stessi pensieri
Universo Biker ; storie e leggende
Miei cari,
torniamo oggi ad occuparci di cultura Motociclistica in senso lato.
Parleremo quindi di " Rocker " - fenomeno giovanile di origine inglese, che dai primi anni '60 fino ai ns. giorni, ha rappresentato una felice sintesi tra cultura giovanile e passione motociclistica (anche se per molti, i Rocker sono più famosi per la loro accesa rivalità con i Mods , altro esempio di cultura giovanile concorrente che invece delle moto amavano le Lambrette italiane, cannibalizzate all'inverosimile, di cui vi parlerò in una prossima storia)
Parliamo dei Rocker allora, ed incominciamo dalle loro origini storiche e sociali.
Si può dire che la cultura Rocker si sia sviluppata a partire dai c.d. Ton Up Boys (da ton-up, l'espressione colloquiale per definire il superamento delle 100 miglia orarie, pari a circa 160 km/h) degli anni cinquanta, i quali assimilarono il modo di vestire Rockabilly e la musica Rock and Roll che allora imperversava
La cultura Rocker vera e propria, nasce però in Inghilterra, alla fine degli anni '50, in concomitanza con la maggiore disponibilità di denaro per la classe operaia, da cui i Rocker larga parte provenivano, dovuta alla fine delle restrizioni imposte alla popolazione in seguito alla Seconda guerra mondiale, che era costata alla Gran Bretagna un notevole sforzo economico.
Nel frattempo, dagli USA arrivavano film, musica e modi di vita che vennero immediatamente assimilati dalla società giovanile europea.
Il termine "Rocker" in realtà non fu coniato dai giovani, bensì dai malpensanti dell'epoca, che così li apostrofavano, come esempio di subcultura con accezione negativa.
Il termine , tuttavia, fu in seguito adottato dagli stessi Rocker, per definire sé stessi (chiamati anche "Greaser ", secondo una variante dell'epoca, anche se questi ultimi - i Greaser - in realtà rappresentarono una sub-subcultura a sé stante, che si limitava a fare il verso al mito americano).
A causa del loro amore per le moto, i Rocker vennero considerati l'antitesi dei Mods, amanti - come abbiamo accennato - invece degli scooter.
Ben presto la rivalità Mods & Rockers si trasformò in una vera e propria faida, con scontri anche molto violenti, come quelli di Bank Holiday o di Brighton Beach (imperdibile a proposito il film del '79 Quadrophenia), in cui appare un irriconoscibile Sting dei Police .
I Rocker erano soliti possedere una motocicletta che essi stessi provvedevano a modificare immediatamente dopo l'acquisto, in modo da renderle adatte alla corse su strada (i modelli preferiti erano Triumph, Bsa, Norton, Vincent, Royal Enfield).
Si lanciavano così in corse da un capo all'altro della città, percorrendo a gran velocità - per il panico dei passanti - le grandi arterie stradali di recente costruzione che lambivano le periferie.
Per questo loro "sport", i Rocker non erano ben visti dalla società, che li riteneva pericolosi, anche se d'altro canto,a loro merito, va detto che a differenza di molte altre subculture contemporanee, essi (almeno nei primi periodi di vita del movimento) disprezzavano pubblicamentel'uso di droghe.
Oltre al possesso - obbligatorio - di una motocicletta, i Rocker via via, cominciarono ad adottare uno stile proprio anche nel vestire: il loro guardaroba comprendeva indumenti mutuati dai Re del Rock and Roll statunitense, come Gene Vincent, Eddie Cochran, Chuck Berry, Bo Diddley ed ovviamente Elvis Presley.
Lo stile dei Rocker nel vestire trascendeva completamente dalla praticità (al contrario per es. di quello dei Mod) ma assomigliava ad una sorta di divisa irrinunciabile, che li annunciava da lontano, al loro solo apparire
Per chi volesse aggiornare i propri addobbi da moto, si può dire che Rocker erano soliti vestire nel seguente modo:
Berretto in cuoio (detto Kagney)
Giubbino in pelle (del Perfecto abbiamo già lungamente parlato ) spesso decorato con strass, toppe e spille, in particolare quelle che ricordavano l'appartenenza al 59 Club oppure all' Ace Cafè.
Jeans Levi's 501 o 505, con risvolti piegati all'insù per circa 10 cm. nella parte finale, o pantaloni in cuoio rigorosamente neri
Stivali infine da motociclista o scarpe antinfortunistiche, in alternativa scarpe di pelle appuntite.
A questi, durante la guida in moto, si aggiungevano un casco aperto sul davanti, occhiali da aviatore e guanti lunghi a moschettiere in pelle, che spesso richiamavano gli strass del giubbotto.
I capelli venivano portati in stile Pompadour e tenuti alti con la brillantina (chi non ricorda i mitici Stray Cats ...!)
Alcuni anni or sono - in un pomeriggio di un giorno di Pasqua - offrii 2 birre a due vecchi Rocker che avevo appena incontrato e conosciuto all'Ace Cafè a Londra.
Parlammo un po' e poco dopo mi sembrava già di vederli (1 secolo e mezzo quasi in due), quando s'impomatavano e con lo stivale dx calciavano il kick starter pronti a partire per chissà dove.
Uno dei due poco dopo andò via, su una BSA ancora d'argento, regalandoci del fumo d'ottani bruciati, di un color grigio piombo che assomigliava molto a quel cielo londinese.
Solo allora mi venne in mente che se avessi offerto una birra anche a lei, chissà quante storie mi avrebbe raccontato quella BSA lighting 650 ....
Alla prossima storia
torniamo oggi ad occuparci di cultura Motociclistica in senso lato.
Parleremo quindi di " Rocker " - fenomeno giovanile di origine inglese, che dai primi anni '60 fino ai ns. giorni, ha rappresentato una felice sintesi tra cultura giovanile e passione motociclistica (anche se per molti, i Rocker sono più famosi per la loro accesa rivalità con i Mods , altro esempio di cultura giovanile concorrente che invece delle moto amavano le Lambrette italiane, cannibalizzate all'inverosimile, di cui vi parlerò in una prossima storia)
Parliamo dei Rocker allora, ed incominciamo dalle loro origini storiche e sociali.
Si può dire che la cultura Rocker si sia sviluppata a partire dai c.d. Ton Up Boys (da ton-up, l'espressione colloquiale per definire il superamento delle 100 miglia orarie, pari a circa 160 km/h) degli anni cinquanta, i quali assimilarono il modo di vestire Rockabilly e la musica Rock and Roll che allora imperversava
La cultura Rocker vera e propria, nasce però in Inghilterra, alla fine degli anni '50, in concomitanza con la maggiore disponibilità di denaro per la classe operaia, da cui i Rocker larga parte provenivano, dovuta alla fine delle restrizioni imposte alla popolazione in seguito alla Seconda guerra mondiale, che era costata alla Gran Bretagna un notevole sforzo economico.
Nel frattempo, dagli USA arrivavano film, musica e modi di vita che vennero immediatamente assimilati dalla società giovanile europea.
Il termine "Rocker" in realtà non fu coniato dai giovani, bensì dai malpensanti dell'epoca, che così li apostrofavano, come esempio di subcultura con accezione negativa.
Il termine , tuttavia, fu in seguito adottato dagli stessi Rocker, per definire sé stessi (chiamati anche "Greaser ", secondo una variante dell'epoca, anche se questi ultimi - i Greaser - in realtà rappresentarono una sub-subcultura a sé stante, che si limitava a fare il verso al mito americano).
A causa del loro amore per le moto, i Rocker vennero considerati l'antitesi dei Mods, amanti - come abbiamo accennato - invece degli scooter.
Ben presto la rivalità Mods & Rockers si trasformò in una vera e propria faida, con scontri anche molto violenti, come quelli di Bank Holiday o di Brighton Beach (imperdibile a proposito il film del '79 Quadrophenia), in cui appare un irriconoscibile Sting dei Police .
I Rocker erano soliti possedere una motocicletta che essi stessi provvedevano a modificare immediatamente dopo l'acquisto, in modo da renderle adatte alla corse su strada (i modelli preferiti erano Triumph, Bsa, Norton, Vincent, Royal Enfield).
Si lanciavano così in corse da un capo all'altro della città, percorrendo a gran velocità - per il panico dei passanti - le grandi arterie stradali di recente costruzione che lambivano le periferie.
Per questo loro "sport", i Rocker non erano ben visti dalla società, che li riteneva pericolosi, anche se d'altro canto,a loro merito, va detto che a differenza di molte altre subculture contemporanee, essi (almeno nei primi periodi di vita del movimento) disprezzavano pubblicamentel'uso di droghe.
Oltre al possesso - obbligatorio - di una motocicletta, i Rocker via via, cominciarono ad adottare uno stile proprio anche nel vestire: il loro guardaroba comprendeva indumenti mutuati dai Re del Rock and Roll statunitense, come Gene Vincent, Eddie Cochran, Chuck Berry, Bo Diddley ed ovviamente Elvis Presley.
Lo stile dei Rocker nel vestire trascendeva completamente dalla praticità (al contrario per es. di quello dei Mod) ma assomigliava ad una sorta di divisa irrinunciabile, che li annunciava da lontano, al loro solo apparire
Per chi volesse aggiornare i propri addobbi da moto, si può dire che Rocker erano soliti vestire nel seguente modo:
Berretto in cuoio (detto Kagney)
Giubbino in pelle (del Perfecto abbiamo già lungamente parlato ) spesso decorato con strass, toppe e spille, in particolare quelle che ricordavano l'appartenenza al 59 Club oppure all' Ace Cafè.
Jeans Levi's 501 o 505, con risvolti piegati all'insù per circa 10 cm. nella parte finale, o pantaloni in cuoio rigorosamente neri
Stivali infine da motociclista o scarpe antinfortunistiche, in alternativa scarpe di pelle appuntite.
A questi, durante la guida in moto, si aggiungevano un casco aperto sul davanti, occhiali da aviatore e guanti lunghi a moschettiere in pelle, che spesso richiamavano gli strass del giubbotto.
I capelli venivano portati in stile Pompadour e tenuti alti con la brillantina (chi non ricorda i mitici Stray Cats ...!)
Alcuni anni or sono - in un pomeriggio di un giorno di Pasqua - offrii 2 birre a due vecchi Rocker che avevo appena incontrato e conosciuto all'Ace Cafè a Londra.
Parlammo un po' e poco dopo mi sembrava già di vederli (1 secolo e mezzo quasi in due), quando s'impomatavano e con lo stivale dx calciavano il kick starter pronti a partire per chissà dove.
Uno dei due poco dopo andò via, su una BSA ancora d'argento, regalandoci del fumo d'ottani bruciati, di un color grigio piombo che assomigliava molto a quel cielo londinese.
Solo allora mi venne in mente che se avessi offerto una birra anche a lei, chissà quante storie mi avrebbe raccontato quella BSA lighting 650 ....
Alla prossima storia
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- Rocker dei primi anni '60
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Loud pipes save lives ...
- Gianluigi
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- Località: cologno monzese
Re: Universo Biker ; storie e leggende
Ecco un altra perla di Giovanni
ora mai un appuntamento fisso,
Grazie per i tuoi racconti, sempre interessanti
ora mai un appuntamento fisso,
Grazie per i tuoi racconti, sempre interessanti
Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.
- Gioel
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- Iscritto il: 15/09/2017, 11:34
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Queste storie sono così interessanti che si leggono tutto d'un fiato.
Grazie Giovanni
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- homer
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Solo oggi leggo le tue storie Giovanni, le trovo interessanti e nuove per me , quindi ottimo bagaglio "motoculturale"
Come dice Gioel sono storie che van lette tutte d'un fiato e così ho fatto stasera, ora vado a nanna e dopo tante storie spero di fare qualche bel sogno Biker
Grazie Giovanni per la condivisione del tuo bagaglio
Come dice Gioel sono storie che van lette tutte d'un fiato e così ho fatto stasera, ora vado a nanna e dopo tante storie spero di fare qualche bel sogno Biker
Grazie Giovanni per la condivisione del tuo bagaglio
la vera libertà è nel vivere se stessi..senza vergogna..mostrando difetti..pregi..e soprattutto carattere!!
B.L.
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Re: Universo Biker ; storie e leggende
Grazie, alla prossima storia fa sempre piacere
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