I SISTEMI DI SICUREZZA DELLE AUTO NON RICONOSCONO LE MOTO?
Inviato: 07/01/2018, 12:28
L'ACEM, associazione europea dei costruttori segnala una notizia importante: i sistemi di assistenza alla guida non individuano le due ruote a motore e diventano pericolosissimi per le moto stesse.
Il motivo? Non vengono fatti test specifici in fase di sviluppo. I sistemi di assistenza alla guida installati sulle auto aiuteranno davvero i motociclisti a essere più sicuri? Probabilmente sì, ma non è detto che sia così, almeno per ora. L’allarme viene lanciato dall’Acem, (associazione che raggruppa i produttori europei di moto).
Nessun test sulle moto
Il problema è che l’efficacia degli ADAS (dispositivi per l’assistenza alla guida installati sulle auto) vengono testati nella loro capacità di evitare collisioni solamente tra auto e auto, tra auto e pedone e tra auto e bici, da enti come l’NCAP.
Non risultano però risultati di test effettuati per valutarne l’efficacia nella situazione in cui siano coinvolte un’auto e una moto. Il sistema di sicurezza riconosce le bici e a maggior ragione dovrebbe individuare con certezza le moto. Ma le cose non stanno così.
Pericolosi per i motociclisti
Uno studio della Dynamic Research, che ha messo alla prova i sistemi si frenata d’emergenza quando devono individuare una moto, ha dato risultati scoraggianti. Nel 40% dei test, la moto non viene effettivamente riconosciuta dai sistemi di assistenza, e nel 17% dei casi, la moto viene del tutto ignorata.
Inoltre questi sistemi hanno particolare difficoltà nell’individuare una moto ferma; nel 44% dei casi il riconoscimento avviene troppo tardi per evitare una collisione, e nel 24% dei casi la moto viene semplicemente travolta.
La richiesta di Acem
La richiesta di Acem è quella – tanto semplice quanto efficace – di rendere obbligatori i test di questi dispositivi anche sulle moto, e non solo su pedoni, bici e altre auto.
L’associazione suggerisce anche di ovviare a questo problema non da poco facendo interagire i veicoli tra loro, ad esempio le auto con le moto dotate di sistemi avanzati (come il BMW Emergency Call) e sta collaborando con le case automobilistiche per sviluppare dei target ideali da usare in fase di test, in modo tale da far riconoscere anche le moto ai dispositivi di sicurezza.
Il motivo? Non vengono fatti test specifici in fase di sviluppo. I sistemi di assistenza alla guida installati sulle auto aiuteranno davvero i motociclisti a essere più sicuri? Probabilmente sì, ma non è detto che sia così, almeno per ora. L’allarme viene lanciato dall’Acem, (associazione che raggruppa i produttori europei di moto).
Nessun test sulle moto
Il problema è che l’efficacia degli ADAS (dispositivi per l’assistenza alla guida installati sulle auto) vengono testati nella loro capacità di evitare collisioni solamente tra auto e auto, tra auto e pedone e tra auto e bici, da enti come l’NCAP.
Non risultano però risultati di test effettuati per valutarne l’efficacia nella situazione in cui siano coinvolte un’auto e una moto. Il sistema di sicurezza riconosce le bici e a maggior ragione dovrebbe individuare con certezza le moto. Ma le cose non stanno così.
Pericolosi per i motociclisti
Uno studio della Dynamic Research, che ha messo alla prova i sistemi si frenata d’emergenza quando devono individuare una moto, ha dato risultati scoraggianti. Nel 40% dei test, la moto non viene effettivamente riconosciuta dai sistemi di assistenza, e nel 17% dei casi, la moto viene del tutto ignorata.
Inoltre questi sistemi hanno particolare difficoltà nell’individuare una moto ferma; nel 44% dei casi il riconoscimento avviene troppo tardi per evitare una collisione, e nel 24% dei casi la moto viene semplicemente travolta.
La richiesta di Acem
La richiesta di Acem è quella – tanto semplice quanto efficace – di rendere obbligatori i test di questi dispositivi anche sulle moto, e non solo su pedoni, bici e altre auto.
L’associazione suggerisce anche di ovviare a questo problema non da poco facendo interagire i veicoli tra loro, ad esempio le auto con le moto dotate di sistemi avanzati (come il BMW Emergency Call) e sta collaborando con le case automobilistiche per sviluppare dei target ideali da usare in fase di test, in modo tale da far riconoscere anche le moto ai dispositivi di sicurezza.