MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

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Gioel
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MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da Gioel » 20/04/2018, 7:37

Il rilancio
Si giunge così al 1969, anno in cui viene a mancare l'uomo che ha regalato agli appassionati grandi emozioni e piaceri durante i più gloriosi anni del motociclismo italiano, Alfonso Morini muore il 30 Giugno del 1969 all'età di 74 anni.
Il colpo è forte, ma l'impresa lo assorbe bene, grazie anche alla forza dell'unica figlia di Alfonso, Gabriella che assume con coraggio ed impegno la direzione nel delicato periodo, portando la Morini entro pochi anni a nuovi successi commerciali. Purtroppo però, l'attività agonistica della casa bolognese resta fortemente condizionata dalla scomparsa del grande Alfonso.

Determinante per il rilancio della Morini è l'arrivo, nel 1970, di Franco Lambertini, un giovane ingegnere con esperienza maturata presso l'ufficio tecnico della Ferrari e con la Serenissima Automobili di Modena, ma nuovo alle problematiche delle due ruote. Uno dei primi problemi affrontati fu la necessità di ricavare più potenza dal motore del Corsaro Regolarità, visto che nei primi anni '70 l'assalto della concorrenza dei motori a 2 Tempi si faceva inarginabile. I limiti dell'architettura del motore ad aste e bilancieri, non permettevano grosse rivoluzioni. Lambertini sperimentò così un nuovo gruppo termico con camera di scoppio ricavata nel cielo del pistone, e testata piatta con condotti arcuati per conferire maggior turbolenza ai gas. Un accurato studio della fluidodinamica di questa soluzione (già nota in campo automobilistico come camera Heron, dal nome del tecnico che la propose nei primi anni cinquanta), permise di ricavare ottimi rendimenti.
Una Corsaro equipaggiata con questa nuova soluzione partecipò alla Sei giorni Internazionale svoltasi all'isola di Man, ma oramai l'era del quattro tempi in questo tipo di competizioni si era chiusa, anche se non per sempre.

Questa esperienza trovò comunque la sua utilità nel momento in cui il capace tecnico si sedette al tavolo da disegno per progettare un propulsore che avrebbe dovuto equipaggiare una nuova moto di media cilindrata, destinata al rilancio della casa negli anni in cui il mercato, dopo il trend negativo attraversato, vedeva una ottima ripresa.
Le tradizioni della casa e le imposizioni del valido ragioniere Gianni Marchetti, direttore amministrativo nonché vecchio amico e collaboratore di Alfonso Morini, prevedevano la realizzazione di un propulsore che fosse al tempo stesso affidabile, longevo e caratterizzato da una grande semplicità costruttiva. Inoltre il nuovo motore avrebbe anche dovuto essere in grado di fornire prestazioni elevate in rapporto alla cilindrata. Con autentica genialità il tecnico modenese pensò anche di fare della prima versione di questa unità la capostipite di una intera famiglia di motori monocilindrici e bicilindrici, realizzati in base al principio della "modularità" costruttiva. Questo avrebbe consentito di impiegare in ogni caso le stesse macchine per la lavorazione del basamento oltre che gli stessi stampi per le fusioni, e di avere un gran numero di componenti in comune, portando così ad un notevole contenimento dei costi, senza compromettere la qualità del risultato.

Franco Lambertini al Morini-Day 2000
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Vede così la luce, dopo soli otto mesi di gestazione, il nuovo e rivoluzionario propulsore pronto ad equipaggiare una lunghissima e svariata serie di motociclette che si faranno apprezzare in tutto il mondo per i successivi vent'anni. L'architettura scelta è quella del bicilindrico a "V" longitudinale con un angolo tra i due cilindri di 72° (non casuale, visto che trattasi dell'angolo esistente tra due cilindri adiacenti nei motori stellari a cinque cilindri!), un ottimo compromesso tra la soluzione più equilibrata a V di 90° e quella a V decisamente stretto, più favorevole in termini di ingombro. La distribuzione ad aste e bilancieri ottimamente si sposa con le valvole parallele, e nei primi anni '70, assai prima dell'affermazione definitiva delle distribuzioni a 4 valvole per cilindro, è una soluzione che permette ancora di ricavare potenze specifiche sufficienti per i motori di serie. A conferma di ciò basta ricordare che con poco più di 100 CV/litro la 350 Morini si rivelò la moto più veloce della sua categoria, rimanendo tale per svariati anni.
Questo bicilindrico vantava soluzioni all'avanguardia ed inusuali per l'epoca, come la cinghia per il comando della distribuzione (primo motore motociclistico al mondo ad impiegare questa soluzione) e la frizione multidisco a secco, prerogativa allora delle moto da competizione.

La prima moto equipaggiata da questo propulsore ha impostazione turistica e si chiama semplicemente 3 e ½. Presentata già al salone di Milano nel 1971 ed in vendita nella primavera successiva. la moto ottiene subito un buon successo di vendite, anche perché non fa rimpiangere le concorrenti di maggior cilindrata, inaccessibili per legge ai diciottenni dell'epoca.

Nel '74 viene allestita una versione Sport della 3½, le modifiche riguardano principalmente l'impianto frenante, sella, manubrio e colorazione, mentre la sostituzione dell'albero a camme con uno dallo schema più spinto e l'innalzamento del rapporto di compressione ottenuto con nuovi pistoni, permettono al motore di passare dagli iniziali 35 a 39 CV a 8500 giri, in grado di spingere la moto fino a 171 Km/h, e di aggiudicarsi il titolo di più veloce della categoria.

Questa moto è senza dubbio la più apprezzata dai giovani dell'epoca, per la facilità di guida, unita all'ottima tenuta di strada ed alla generosità del propulsore, senza dimenticare lo scarso consumo di carburante. Una moto che da' soddisfazioni sia nella guida turistica che in quella sportiva su percorsi misti, dove i buoni manici sono ancora in grado di dare la polvere alle potentissime, ma altrettanto impegnative, sportive moderne. Nel 1976 i primi aggiornamenti alla 3½ Sport riguardano l'introduzione del freno a disco all'anteriore e la variazione della fascia nera sul serbatoio.

Negli anni ottanta, la 3½ Standard del '72 e la 3½ Sport del '74, hanno subito numerosi aggiornamenti, soprattutto stilistici, cercando purtroppo di emulare le nuove tendenze del sol levante, e via via perdendo l'apprezzata e sobria linea classica italiana, ma riscuotendo in ogni caso un buon successo tra gli utenti più attenti ai contenuti che ai condizionamenti dalle mode.

Morini 3½ standard e 3½ sport
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Sempre in questi anni il bicilindrico bolognese scopre l'ennesima carta vincente: la versatilità. Ad affiancare la linea delle stradali, nel frattempo ampliata con due monocilindriche da 125 e 250 c.c e due bicilindriche da 250 (poiché la monocilindrica, a dispetto dell'ampio utilizzo di silent-block, vibrava eccessivamente) e 500 c.c. (molto apprezzata all'estero e meno in Italia a causa dell'eccessivo peso fiscale), si decide di approntare una 500 da enduro, la Camel, questa moto, capostipite di una lunga e fortunata serie (anche nella versione Kanguro di 350 c.c.), dimostrò ottime doti, e permise agli appassionati di emozionarsi nuovamente al suo apparire brillantemente nelle nuove e seguitissime competizioni nel deserto come la Parigi-Dakar, o alla Sei giorni dell'Isola d'Elba del 1981, dove il preparatore Valentini di Prato, riscosse un bel successo davanti alle concorrenti Honda

Morini Camel 500 del 1981 - Morini Camel 501 XE del 1985
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Siamo ora alla seconda metà degli anni '80, quando la Morini, sempre grazie alla versatilità del suo propulsore non ha problemi a seguire le nuove tendenze del mercato, che vede un calo nel settore enduro a favore dei modelli di stile U.S.A. conosciuti come Custom.
Nasce così una nuova coppia di modelli, si tratta delle Excalibur nelle versioni 350 e 500 c.c. che diventano così le moto di punta della produzione Morini. Nel 1989 vengono poi presentate le New York sempre nelle due cilindrate, dalla linea meno estrema ma anche più piacevole.

Morini Exalibur - Morini New york
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La cessione
Siamo così arrivati al capitolo più dolente della storia, quello che vede la cessione della Morini al gruppo Cagiva. In quegli anni il mercato delle moto attraversa un periodo di crisi e Gabriella Morini decide a malincuore, la cessione. La speranza di Gabriella era di vedere così rilanciata la gloriosa casa paterna, aspettative che come ormai sappiamo sono state ampiamente disattese.
Il responsabile Tecnico Franco Lambertini, nella seconda metà degli anni ottanta aveva progettato un nuovo motore, ancora una volta dall'architettura modulare con cilindrate previste di 350, 500 e 750 c.c., due cilindri a V di 67° longitudinale, distribuzione monoalbero a catena con 4 valvole per cilindro e raffreddamento a liquido (l'albero motore aveva i perni di biella disposti in modo da farli lavorare come un V di 90° a perno unico per ridurre al massimo le vibrazioni). Il prototipo di 720c.c. erogava 86 CV a 7200 giri, ed univa le sue ottime doti a costi di produzione contenuti. La direzione Cagiva si dimostrò disinteressata a questo nuovo propulsore, rivelando così le proprie intenzioni. Lambertini, resosi conto dello scarso interesse profuso da parte della nuova proprietà verso la Morini, declinò l'offerta di passare tra le maestranze Ducati, e mise il suo genio a disposizione della Piaggio Gilera.

La fabbrica negli anni ‘50
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I libri
Moto morini una storia italiana
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Opera completa sulla storia della Moto Morini, azienda dedita alla costruzione di motociclette, non solo da corsa, sorta nella seconda metà degli anni Trenta. L'attività di Alfonso Morini aveva tuttavia già avuto inizio negli anni Venti quando assieme a Mario Mazzetti, anch'egli grande appassionato di motorismo a due ruote ed eccellente tecnico, aveva dato vita ad un altro celebre marchio, la MM, poi abbandonata da Morini nel 1937 per fondare una Casa che portasse il suo nome. Il volume racconta la storia della Moto Morini dalle origini ai giorni nostri, affrontando sia le vicende industriali, sia quelle sportive, sia soprattutto quelle tecniche, grazie alla "penna" di Massimo Clarke, grande esperto di tecnica. A supporto del testo vi è un enorme repertorio fotografico, per lo più inedito, messo a disposizione dalla Casa.
Autore: Massimo Clarke
Costo: € 49.00
Pagine: 240
Recensioni:
Da Michele il 26 giugno 2014 – E’ un ottimo libro sulla Moto Morini, l'unico credo in italiano. Racconta bene la storia della fondazione e la prima fase della fabbrica, comprensivo della descrizione dei modelli contemporaneamente alle scelte tecniche (che forse andrebbero separate). Ottimamente strutturata la parte degli inizi, del Corsaro del Corsarino e del 125 Settebello, è carente la parte dei bicilindrici che hanno lasciato un buon ricordo della casa. Si parla tecnicamente del motore e viene fatto un elenco delle versioni, ma solo un capitolo piccolo.
Da lucky il 9 marzo 2015 - Bella realizzazione con molte foto anche d'epoca. Excursus approfondito della storia del marchio. Unica pecca, a mio avviso: le schede tecniche alla fine del volume potevano coprire un numero maggiore di modelli e di varianti. Manca anche il classico Corsaro 125.

Morini 3½
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Oltre che nella storia della Morini, la bicilindrica 3½ è diventata un'autentica icona anche in quella del motociclismo. Una delle prime pubblicità di quel modello recitava "Ha solo due cilindri ma ne dimostra di più" e mai slogan poteva dirsi tanto più vero viste le prestazioni del motore 4 tempi, ben al di sopra della concorrenza. Consumi ridotti, un eccellente comportamento su strada e una gamma capace di soddisfare tutti i palati (con la serie GT nata per il Turismo alla "più cattiva" Sport), erano i punti di forza della 3½ che, per questo, riscosse immediato successo. Il volume ripercorre la storia tecnica e industriale di tutti i modelli avvalendosi anche di una serie di spettacolari servizi fotografici realizzati specificatamente per il libro, che consentono all'appassionato di riscoprire una moto che ha davvero fatto la storia.
Autore: Fabio Ferrario
Costo € 34.00 (amazon)
Pagine: 168
Recensioni:
Da Mike76 il 22 novembre 2017 - Il libro parla delle origini del modello, dai suoi primi passi e dal progetto iniziale fino alle diverse versioni susseguite negli anni. Ricco di dettagli tecnici soprattutto per il mitico motore. La seconda parte parla degli altri modelli della Moto Morini (kanguro, Camel, Excalibur...) fino alle sue vicissitudini che ne hanno decretato l'uscita di scena dal mercato.
Da Dorex72 il 3 agosto 2017 - Era un regalo e chi lo ha ricevuto era contento come se avesse ricevuto una 3½ vera!
Da Luca il 3 gennaio 2016 - Libro veramente completo per quanto riguarda la storia sia della 3½ sia della Morini in se, con tanti aneddoti e piccole curiosità impossibili da sapere se non per chi ha conosciuto o lavorato coi progettisti all'epoca. Immagini chiare, carta patinata di ottima qualità. Consigliato, Libro bellissimo ed emozionante
Da Alessandro il 31 dicembre 2015 - Ottimo libro di buona qualità. Belle foto e articoli facilmente comprensibili. Un bellissimo ricordo per chi ha avuto una Morini
Da Fabrizio il 31 agosto 2014 – Impedibile per chi adora la 3½. Da tenere come cimelio della storia Morini, davvero bello. Lo considero davvero un ottima idea regalo.
BRACCIO IN FUORI.... SEMPRE!!!!!!

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Re: MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da geronimo » 20/04/2018, 19:25

Della 3 e 1/2 ricordo la potenza che esprimeva, esuberante per quegli anni :o

Bella storia Gianni beer
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Re: MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da Gianluigi » 20/04/2018, 23:01

Ricordo il Morini 3 1/2 lo aveva un mio amico mentre io avevo RD 350
nei giri domenicali ricordo che ogni due pieni che facevo io con RD il Morini consumava meno di un pieno
grazie per la bella storia Gianni
Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.

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Re: MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da ziomauri » 25/04/2018, 20:15

Azzz .-.. il Morini Camel 500 ! In quegl'anni mi sarebbe piaciuto molto .. ma giravo con il fantic 125 trial ... :? :? :?
Grazie Gianni per avermelo ricordato !

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Re: MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da ziomauri » 25/04/2018, 20:25

Eccola qui la Fantic ...
la ragazza no ... quella non la conosco ! :shock: :shock: :shock:
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Re: MOTO MORINI DALLE ORIGINI ALLA RINASCITA (3a parte)

Messaggio da ziomauri » 25/04/2018, 20:28

Pero' è questa la Morini che mi piaceva immensamente :D :D :D :D
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