BIMOTA TESI

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Gioel
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BIMOTA TESI

Messaggio da Gioel » 11/10/2018, 20:55

La moto con un forcellone oscillante indipendente dallo sterzo
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La Bimota Tesi è una serie di motociclette prodotte dalla casa costruttrice italiana Bimota. Il prototipo fu sviluppato nel 1983, ma bisogna attendere il 1990 per poter vedere su strada. Le Tesi commercializzate sono equipaggiate con motori bicilindrici a L di produzione Ducati.
La principale innovazione della Bimota Tesi è la presenza di un forcellone anteriore dotato di sistema di sterzo nel mozzo ruota al posto della classica forcella telescopica.
Il principio di funzionamento di tale sistema separa la funzione di "sterzo" da quella di "sospensione"e di riduce drasticamente l'effetto di "affondamento" della classica forcella in frenata.
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Architettura
La forcella telescopica, che è montata sulla stragrande maggioranza delle moto omologate per la circolazione stradale, riunisce in sé sia la funzione di sterzo che quella di sospensione, sicché l'azione di una influenza l'altra. Il concetto sviluppato è quello di separare completamente la guida dalla sospensione. L'assetto della moto non cambia in frenata come succede con una tradizionale forcella. Questa disposizione permette anche di modificare la geometria della moto (interasse, avancorsa), senza però influenzarne il comportamento dinamico.
I due forcelloni sono collegati da un telaio a Omega. Il mozzo della ruota è formato da due cuscinetti conici e un asse. Attraverso una serie di aste e rinvii, è collegato a un perno di sterzo che si trova sul lato sinistro della motocicletta, vincolato al telaio, un'ulteriore asta di rinvio lo collega ai semimanubri.
Ma tale architettura richiede la costruzione di un grandissimo numero di componenti per realizzare la sospensione anteriore, con relativo aumento dei costi. Questi pezzi devono essere correttamente dimensionati per resistere alle forti sollecitazioni a cui sono sottoposti durante la frenata. Inoltre, l'assemblaggio e la manutenzione della tiranteria di sterzo deve essere effettuato con estrema cura, per ridurre al minimo i giochi tra di essi, deleteri per la precisione di guida. Va poi tenuto conto che il forcellone anteriore aumenta nettamente il raggio di sterzata, rendendo complicate le manovre di parcheggio.

Primo piano della tiranteria di sterzo e del telaio
Primo piano della tiranteria di sterzo e del telaio r.jpg
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Sviluppo
I primi studi su quello che diventerà la Tesi vengono fatti dallo studente d'ingegneria Pierluigi Marconi per la sua tesi di laurea all'Università di Bologna, ispirandosi al lavoro dell'ingegnere inglese Joe Difazio per la realizzazione di una motocicletta con sterzo e sospensione anteriore svincolati tra loro, da qui l'origine del nome Tesi.
Un prototipo viene presentato al salone di Milano nel 1983. Per il momento il motore è preso in prestito da una Honda VF 400 F. Il telaio è un guscio in fibra di carbonio collocato sotto al motore e l'estetica è futuristica. Per quanto riguarda il sistema di sterzo, viene denominato DCS, cioè Dive Control System e si affida a componenti idraulici. Un primo pistone collocato sul lato sinistro della ruota riceve una spinta da un secondo pistone posto al di sotto del manubrio, quando il pilota gira lo sterzo a destra, il pistone ad esso collegato spinge il fluido all'interno di una prima tubazione verso il pistone della ruota, comprimendolo. Quando il pilota gira il manubrio a sinistra, il pistone dello sterzo spinge il fluido in una seconda tubazione, provocando l'estensione del pistone della ruota.
Bisognerà attendere il 1987 e la presentazione di un altro prototipo spinto da un motore Yamaha 750 FZ per vedere abbandonato lo sterzo idraulico a favore di un sistema di rinvii meccanici, che rende la moto molto più facile da guidare.
Nel 1988 si decide di usare un motore Ducati, in quanto il suo basamento risulta maggiormente adatto come elemento strutturale della moto.
Attualmente alcuni prototipi sono esposti al Museo Nazionale del Motociclo a Rimini, altri prototipi appartengono ad una collezione privata.
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BRACCIO IN FUORI.... SEMPRE!!!!!!

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Adriano
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Re: BIMOTA TESI

Messaggio da Adriano » 12/10/2018, 9:38

Eccezionale esempio di ingegneria tutta italiana!

Mi ha sempre fatto una certa impressione tutto quel leveraggio... ho sempre pensato fosse estremamente "delicato" oltre che costoso da manutenzionare ;)
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Re: BIMOTA TESI

Messaggio da ziomauri » 12/10/2018, 10:05

Bell'esercizio di ingegneria attuato da chi il "mutor" ce l'ha nel sangue …

pero 'penso che avere un avantreno che non affonda in frenata non è apprezzabile, o meglio poco apprezzabile, dal biker comune …. :roll: :roll: :roll:

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Adriano
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Re: BIMOTA TESI

Messaggio da Adriano » 12/10/2018, 13:47

Io lo bramo come un panino con la mortadella (non posso più mangiare maiale... ma la mortedella era la mia vita!!! :lol: ).

La senzazione della forcella che va a pacco mentre tu guardi quel tornante davanti a te e sai benissimo che quando mollerai la pressione sulla leva per entrare in piega la moto si imbizzarirà... è quella che odio di più :roll:
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