VERSO USHUAIA
Inviato: 13/12/2018, 15:19
La traversata delle Americhe raccontata da Lois Pryce
Il viaggio della giornalista della BBC compiuto in 9 mesi e percorrendo 27.000 km in sella ad una Yamaha Serow 225.
Lois decide di prendersi l'aspettativa dal lavoro e di attraversare il continente americano dal punto più a nord, ovvero l’Alaska, a quello più a sud, la Terra del Fuoco. Non le frega nulla di impressionare chissà chi, prende una moto di piccole dimensioni perché sarà meno stressante da maneggiare, da posteggiare, o da rialzare dopo le cadute.
Lois racconta il suo viaggio con semplicità, rendendolo piacevole da seguire, un viaggio vero, genuino, vissuto.
Durante il tragitto i suoi attriti con Amanda, che si aggrega al viaggio, anche lei su di una Serow, sono molto umani.
Amanda è odiosa, insofferente per qualsiasi cosa e insopportabile, per questo viene del tutto naturale immedesimarsi in Lois e sperare che qualcosa di brutto le possa accadere durante il viaggio.
In copertina la "Ruta 40", una pista ti terra e sassi che costeggia tutta la cordigliera delle Ande. Alcuni commenti dalla rete.
Essendo un appasionato di viaggi in moto, ho voluto leggere questo libro. E' ben scritto, ironico e piuttosto accattivante. Manca a mio parere di una mappa illustrativa del percorso effettuato dall'autrice e le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi le trovo un po' superficiali. A volte si sente la mancanza di una riflessione più profonda su quello che è il significato di un viaggio così importante che attraversa terre così diverse dalle nostre.
Consiglio questo libro a tutti i sognatori che vorrebbero correre lungo il continente americano rincorrendo l'avventura senza sapere cosa aspettarsi dal domani, conoscendo la meta ma senza che sia il vero fine del viaggio. Lo stile di scrittura è da diario di viaggio, sicuramente non romanzato, ma è l'idea di ciò che rappresenta che lo rende unico.
Il libro ha dalla sua l'essere stato scritto da una donna e quindi è sottilmente autoironico e presenta situazioni e dinamiche tipiche femminili. Mi è piaciuta la mancanza di resoconti dei viaggi con percorsi e descrizioni improbabili da trasmettere. La lettura di questo libro non annoia mai, anzi fa sempre sognare.
Il viaggio della giornalista della BBC compiuto in 9 mesi e percorrendo 27.000 km in sella ad una Yamaha Serow 225.
Lois decide di prendersi l'aspettativa dal lavoro e di attraversare il continente americano dal punto più a nord, ovvero l’Alaska, a quello più a sud, la Terra del Fuoco. Non le frega nulla di impressionare chissà chi, prende una moto di piccole dimensioni perché sarà meno stressante da maneggiare, da posteggiare, o da rialzare dopo le cadute.
Lois racconta il suo viaggio con semplicità, rendendolo piacevole da seguire, un viaggio vero, genuino, vissuto.
Durante il tragitto i suoi attriti con Amanda, che si aggrega al viaggio, anche lei su di una Serow, sono molto umani.
Amanda è odiosa, insofferente per qualsiasi cosa e insopportabile, per questo viene del tutto naturale immedesimarsi in Lois e sperare che qualcosa di brutto le possa accadere durante il viaggio.
In copertina la "Ruta 40", una pista ti terra e sassi che costeggia tutta la cordigliera delle Ande. Alcuni commenti dalla rete.
Essendo un appasionato di viaggi in moto, ho voluto leggere questo libro. E' ben scritto, ironico e piuttosto accattivante. Manca a mio parere di una mappa illustrativa del percorso effettuato dall'autrice e le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi le trovo un po' superficiali. A volte si sente la mancanza di una riflessione più profonda su quello che è il significato di un viaggio così importante che attraversa terre così diverse dalle nostre.
Consiglio questo libro a tutti i sognatori che vorrebbero correre lungo il continente americano rincorrendo l'avventura senza sapere cosa aspettarsi dal domani, conoscendo la meta ma senza che sia il vero fine del viaggio. Lo stile di scrittura è da diario di viaggio, sicuramente non romanzato, ma è l'idea di ciò che rappresenta che lo rende unico.
Il libro ha dalla sua l'essere stato scritto da una donna e quindi è sottilmente autoironico e presenta situazioni e dinamiche tipiche femminili. Mi è piaciuta la mancanza di resoconti dei viaggi con percorsi e descrizioni improbabili da trasmettere. La lettura di questo libro non annoia mai, anzi fa sempre sognare.