Forse non tutti conoscono la storia di:
Carlo Murelli
Nato a Piacenza nel 1934, arriva a Roma dopo aver lavorato nei reparto corsa della Bianchi e della Mondial. Nel 1963 è capo officina alla Bellancauto, concessionaria SIMCA di Roma…una mattina va a fare colazione al bar e mentre da uno sguardo al “Messaggero” legge una inserzione ricerca personale, la SAMOTO rivendita Honda di Roma, cerca un responsabile tecnico per il reparto corse, Carlo non ci pensa un momento va in via Gregorio VII e viene assunto immediatamente!
Comincia sa lavorare sulle Honda 500 FOUR e successivamente sulle 400 SS. Tutti i piloti che partecipano alle gare derivate di serie vogliono una moto di Carlo, uno di questi diventa un campione è Tommaso Piccirilli che con le “SAMOTO” conquista vittorie su vittorie, fino al 1975 dove a Imola purtroppo trova la morte.
Oramai la popolarità di Murelli arriva fino alla Honda in Giappone, nel 1979 viene chiamato a dirigere l’HRC e li Carlo crea la NR500 a pistoni ovali, buttando le basi per la conquista del mondiale 500 del 1983 con Spencer.
Passa quindi 4 anni in Giappone, troppi per chi è abituato all’Italia, alla famiglia.
Così nel 1984 torna in Italia e passa alla Yamaha gestita da Giacomo Agostini vincendo il mondiale 500 con Lawson.
Un breve cenno alla Honda 125 Endurance, moto allestita per un trofeo promozionale di mini-Endurance; il trofeo era basato sulla formula Endurance, con gare di due ore per equipaggi di due piloti con cambi ogni mezzora:
lo sviluppo di questa ”piccola” moto da Endurance fu affidato dalla Honda Italia alle mani esperte di Carlo Murelli; a tale scopo venne fondata la HIRET (Honda Italia Reparto Endurance Trophy), una società con sede a Roma che si occupava di seguire tutta la parte tecnica del progetto mentre l’organizzazione e la gestione del trofeo veniva affidata alla struttura di Claudio Pacifici.
L’obbiettivo era quello di fornire una moto pronto gara dai costi d’acquisto e di gestione particolarmente contenuti. Per la preparazione del motore ci si limitò perciò all’essenziale: cammes più spinta, carburatore Dell’Orto PHBE28 e scarico libero; tutto il resto rimaneva rigorosamente di serie per una potenza di 14 CV che consentiva una velocità massima di 150Km/h circa. La moto, che pesava 80 Kg, era dotata di un kit serbatoio, codino e carenatura in vetroresina, pedane arretrate e semimanubri.
Sulla base di questa moto fu allestito anche un siluro da record denominato “Squalo Rosso” con il quale Honda Italia tentò la conquista di alcuni primati di velocità sull’anello di Nardò.
Oggi Murelli continua a vivere a Roma, viene invitato a tutte le manifestazioni importanti e quando capita mette ancora le mani sulle moto da competizione…mesi fa a ricostruito da 0 una replica Honda 500 SAMOTO, per il pilota romano Dino Porretti, che ha ottenuto valori decisamente più performanti della originale anni 70, oggi si utilizzano materiali diversi che danno risultati migliori…
Ma le jap senza Murelli avrebbero poi vinto cosi tanto?????
Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
- Gianluigi
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Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
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Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.
- Gioel
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Che faccia simpatica il “Carletto”. Grazie per la condivisione Gianluigi.
✌BRACCIO IN FUORI.... SEMPRE!!!!!!
- ziomauri
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Ecco uno di quelli che il motore ce l'ha nel sangue !




- Adriano
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Che storia grandiosa... grazie per la condivisione !!!







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- pino mazzotta
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Bella storia . bravo gianluigi
fosse l' ultimo giorno della mia vita , spero che passi prima che la voglia sia finita.
- Pasquale63
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Bella storia...secondo me, dove c'è il successo c'è sempre un italiano che ha dato il suo contributo, perché noi italiani siamo grandi ...


- geronimo
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Re: Un italiano che ha fatto grandi le moto giapponesi
Ed è sempre stato così in quasi tutti i campiPasquale63 ha scritto: ↑14/12/2020, 20:51Bella storia...secondo me, dove c'è il successo c'è sempre un italiano che ha dato il suo contributo, perché noi italiani siamo grandi ...![]()

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