homer ha scritto: ↑15/11/2020, 16:35A proposito di nudisti mi mi torna in mente un primo maggio di qualche quarantina d'anni fa.
Ero giovane e come tutti di quell'età in un giorno di festa, con la moto (suzuki GS400) e la fidanzata come compagna di avventure si vagabondava verso i Colli Euganei in una splendida giornata di maggio,
senza una meta precisa, ma con un preciso intento. Direte voi quale intento? beh ve lo lascio immaginare. Strada facendo, tutto concentrato sulla scelta di quale luogo in quel momento mi pareva più consono al mio caso ... non mi accorgo della coda che si era formata davanti a me ma soprattutto della 500 che si fermo all'improvviso senza lasciarmi scampo. Inchiodai d'impulso e la ruota anteriore se ne andò per i fatti suoi facendomi atterrare nelle posteriora della mitica 500. Nulla di grave per fortuna,
sia per me ma soprattutto per chi trasportavo, ce la cavammo con qualche escoriazione e jeans rotti che se fosse oggi sarebbero anche di moda.
Morale della favola... quando si va in moto si va in moto e non si pensa alla patata o ad altro, per me è stata una lezione di vita che forse mi ha portato alla soglia dei sessant'anni ancora tutto intero
AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
[quote=Pasquale63
..... mi mi torna in mente un primo maggio di qualche quarantina d'anni fa.....
[/quote]
Bisogna sempre pensare positivo....guarda un pò che razza di brividi hai dato alla tua bella....
..... mi mi torna in mente un primo maggio di qualche quarantina d'anni fa.....
[/quote]
Bisogna sempre pensare positivo....guarda un pò che razza di brividi hai dato alla tua bella....
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Avevo circa 17-18 anni, Il 31 dicembre verso le 2 di notte si torna a Treviso da Venezia. eravamo in 7-8 tra vespe e motorini, io porto il passeggero tale "Bepi aea" (trad. Giuseppe Ala) che non si chiamava Ala, ma tale era soprannominato perchè aveva un braccio di legno. Nebbia tremenda, la strada era una lastra di ghiaccio e andavamo pianissimo ovviamente. A un passaggio a livello chiuso il primo del gruppo lo vede un pò tardi e frena di botto cadendo, tutti gli altri addosso, tutti per terra senza problemi o fratture. Da una casa a fianco strada sentito il putiferio, esce una donnina che si mette ad urlare........mamma mia che incidente, guarda quello ha perso un braccio.........e Bepi Aea mbriaco fradicio che rideva e mi diceva.....Bruno porcozzio dammi il braccio
Inutle dire che siamo scoppiati tutti a ridere.
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Nulla ha potere su di me tranne i miei stessi pensieri
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Bruno avrei voluto vedere il volto della donna...poverina sai che spavento!?geronimo ha scritto: ↑15/11/2020, 19:35Avevo circa 17-18 anni, Il 31 dicembre verso le 2 di notte si torna a Treviso da Venezia. eravamo in 7-8 tra vespe e motorini, io porto il passeggero tale "Bepi aea" (trad. Giuseppe Ala) che non si chiamava Ala, ma tale era soprannominato perchè aveva un braccio di legno. Nebbia tremenda, la strada era una lastra di ghiaccio e andavamo pianissimo ovviamente. A un passaggio a livello chiuso il primo del gruppo lo vede un pò tardi e frena di botto cadendo, tutti gli altri addosso, tutti per terra senza problemi o fratture. Da una casa a fianco strada sentito il putiferio, esce una donnina che si mette ad urlare........mamma mia che incidente, guarda quello ha perso un braccio.........e Bepi Aea mbriaco fradicio che rideva e mi diceva.....Bruno porcozzio dammi il braccio
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
ahahah a parte le cadute alla fine dev'essere stato esilarantegeronimo ha scritto: ↑15/11/2020, 19:35Avevo circa 17-18 anni, Il 31 dicembre verso le 2 di notte si torna a Treviso da Venezia. eravamo in 7-8 tra vespe e motorini, io porto il passeggero tale "Bepi aea" (trad. Giuseppe Ala) che non si chiamava Ala, ma tale era soprannominato perchè aveva un braccio di legno. Nebbia tremenda, la strada era una lastra di ghiaccio e andavamo pianissimo ovviamente. A un passaggio a livello chiuso il primo del gruppo lo vede un pò tardi e frena di botto cadendo, tutti gli altri addosso, tutti per terra senza problemi o fratture. Da una casa a fianco strada sentito il putiferio, esce una donnina che si mette ad urlare........mamma mia che incidente, guarda quello ha perso un braccio.........e Bepi Aea mbriaco fradicio che rideva e mi diceva.....Bruno porcozzio dammi il braccio
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Brunoooo ... immagino la scena e rido di gusto !!!
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Riprendo il discorso di Homer .... Da ragazzi ero uno dei pochi ad avere una moto (Ducati 100) gli altri del quartiere avevano o vespa o lambretta . Lo scooter era piu' comodo e pulito , l'ideale per portarci a spasso la ragazza , con la gonna , seduta di traverso , come si usava allora . Le ragazze si tenevano al pilota cingendogli la vita con le braccia. Si andava a spasso la domenica per strade secondarie poco frequentate , asfaltate ma di campagna. E' passato alla storia l'episodio in cui una delle ragazze aveva intrufolato la mano dentro la patta dei pantaloni del pilota . Alla prima curva secca sono volati fuori strada , fortunatamente in un prato ; fatti nulla , neppure la vespa .
Ultima modifica di ziomauri il 16/11/2020, 8:32, modificato 2 volte in totale.
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Riprendo anche il discorso di Vecchione ; avete visto sicuramente qualche automobilastro che lancia il mozzicone della sigaretta, acceso, fuori dal finestrino... ben... uno di questi indefinibili mi precedeva nel traffico cittadino. Lancia il mozzicone e mi si infila sul collo del piede , tra la calza e la linguetta dello scarponcino . Inutile dire che non sono riuscito ne a raggiungere l'incendiario ne a fermarmi immediatamente per liberarmi del principio di incendio , il traffico era troppo , consentiva solo di procedere . Al primo slargo mi fermo , tolgo scarponcino e mozzicone e lancio una serie di improperi nei confronti dell'indefinibile! Pomata di Foille e qualche giorno di sofferenza, poi non è rimasta neppure la cicatrice , solo il ricordo del maledetto !vecchione ha scritto: ↑15/11/2020, 16:06Lo so che non c'entra, ma lo scrivo lo stesso:
il mozzicone mi è caduto...dove?
Posso garantire che qui ho sentito tutto il male possibile...e non potevo cercare di toglierlo senza fermarmi e non potevo fermarmi perchè erano tutte curve ed ho dovuto aspettare un tratto di rettilineo...insomma, ho portato la cicatrice per anni ed anni.
E' così che si perde la fiducia nei film di avventura, dove l'eroe resiste sprezzante a tutte le torture....
Confermo che il dolore è insopportabile !!!
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
cavolo Bruno io ho riso pure leggendo Bruno porcozzio dammi il bracciogeronimo ha scritto: ↑15/11/2020, 19:35Avevo circa 17-18 anni, Il 31 dicembre verso le 2 di notte si torna a Treviso da Venezia. eravamo in 7-8 tra vespe e motorini, io porto il passeggero tale "Bepi aea" (trad. Giuseppe Ala) che non si chiamava Ala, ma tale era soprannominato perchè aveva un braccio di legno. Nebbia tremenda, la strada era una lastra di ghiaccio e andavamo pianissimo ovviamente. A un passaggio a livello chiuso il primo del gruppo lo vede un pò tardi e frena di botto cadendo, tutti gli altri addosso, tutti per terra senza problemi o fratture. Da una casa a fianco strada sentito il putiferio, esce una donnina che si mette ad urlare........mamma mia che incidente, guarda quello ha perso un braccio.........e Bepi Aea mbriaco fradicio che rideva e mi diceva.....Bruno porcozzio dammi il braccio
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Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.
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Re: AVVENTURE E DISAVVENTURE SU 2 RUOTE
Mica sono esente….
Fine anni 70 una calda domenica di luglio con la zavorrina decidiamo di andare
a cercare il fresco sul Ticino: Kavasaki DHC 400 , strade tassativamente statali
si viaggia tranquilli, le strade interne tra Garlasco e Pavia sono delle dolci curve tra i campi e le risaie ecco sorpasso un paisan in bicicletta, faccio ancora una serie di curve tranquille , ma ad una curva è un attimo mi parte il posteriore e via una bella strisciata per terra, per i primi metri la gamba sinistra mi rimane sotto, poi mi ritrovo a circa 30 metri dalla zavorrina e sono stranamente a pancia in giù sull’asfalto,
muovo cautamente le gambe e sembra tutto a posto la zavorrina che poi è Renata è tutta intera, sopraggiunge il paisan in bicicletta e senza fermarsi sento che dice
curen curen e poi van in tera e prosegue imperterrito.
Fortunatamente non arrivavano auto nè di fronte e nè di dietro, avevamo i caschi integrali ma aimè eravamo in maglietta a maniche corte e le braccia scorticate dall’asfalto. Noto una cascina e spingendo la moto entriamo nella corte
dove in una rustica fontana dei ragazzi stavano lavando le spade ( tossici che sciacquavano le siringhe), ci vedono anche loro e in un attimo sono tutti intorno a me e si offrono di aiutarmi per pulire e disinfettare le mie abrasioni ( la ADS ancora non esisteva…) mentre la Renata manco la degnano.
Controllo la moto sembra tutto a posto, parte ma non capisco come ma si era storta la pedivella del cambio, fortunatamente è un bullone ed un perno e gli attrezzi in dotazione bastano la smonto e facendola scivolare di tre denti giusto essere nelle condizioni di ripartire.
Deduco visto l’andatura che molto probabilmente ho preso della ghiaia / sabbia con la ruota posteriore….
Naturalmente si ritorna verso casa, la moto tutto sommato era a posto ma Renata continuava a dirmi che sentiva un rumore nella ruota ( mi sono fermato a controllare più volte) ma probabilmente Renata si era spaventata e per tutto il ritorno ha sentito un rumore nella ruota….
Fine anni 70 una calda domenica di luglio con la zavorrina decidiamo di andare
a cercare il fresco sul Ticino: Kavasaki DHC 400 , strade tassativamente statali
si viaggia tranquilli, le strade interne tra Garlasco e Pavia sono delle dolci curve tra i campi e le risaie ecco sorpasso un paisan in bicicletta, faccio ancora una serie di curve tranquille , ma ad una curva è un attimo mi parte il posteriore e via una bella strisciata per terra, per i primi metri la gamba sinistra mi rimane sotto, poi mi ritrovo a circa 30 metri dalla zavorrina e sono stranamente a pancia in giù sull’asfalto,
muovo cautamente le gambe e sembra tutto a posto la zavorrina che poi è Renata è tutta intera, sopraggiunge il paisan in bicicletta e senza fermarsi sento che dice
curen curen e poi van in tera e prosegue imperterrito.
Fortunatamente non arrivavano auto nè di fronte e nè di dietro, avevamo i caschi integrali ma aimè eravamo in maglietta a maniche corte e le braccia scorticate dall’asfalto. Noto una cascina e spingendo la moto entriamo nella corte
dove in una rustica fontana dei ragazzi stavano lavando le spade ( tossici che sciacquavano le siringhe), ci vedono anche loro e in un attimo sono tutti intorno a me e si offrono di aiutarmi per pulire e disinfettare le mie abrasioni ( la ADS ancora non esisteva…) mentre la Renata manco la degnano.
Controllo la moto sembra tutto a posto, parte ma non capisco come ma si era storta la pedivella del cambio, fortunatamente è un bullone ed un perno e gli attrezzi in dotazione bastano la smonto e facendola scivolare di tre denti giusto essere nelle condizioni di ripartire.
Deduco visto l’andatura che molto probabilmente ho preso della ghiaia / sabbia con la ruota posteriore….
Naturalmente si ritorna verso casa, la moto tutto sommato era a posto ma Renata continuava a dirmi che sentiva un rumore nella ruota ( mi sono fermato a controllare più volte) ma probabilmente Renata si era spaventata e per tutto il ritorno ha sentito un rumore nella ruota….
Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.
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