Ricordo le prime notti su, con mia sorella, a guardare in bianco e nero Azzurra...
Poi ho vissuto l'onore di mio papà, guardia giurata alla Montedison di Marghera, che era uno dei pochissimi autorizzati ad entrare nel cantiere Tencara, dove realizzavano il Moro di Venezia. Paul Cayard, quando veniva in visita, voleva solo lui come sicurezza per accedere nello stabilimento. "Luciano... come here!" gli diceva, mio papà a stento parlava in italiano... ma capiva che era chiamato a svolgere il suo dovere, controllava la fondina, metteva il berretto d'ordinanza e correva a prendere l'auto del direttore, caricava Paul e la famiglia e si metteva la seguito della Mercedes di Raul Gardini, che non mancava mai alle visite di Paul.
E poi arriò Luna Rossa... mamma quanto mi appassionai alla sua prima impresa... non dormivo, facevo tutto un dritto e la mattina andavo a lavorare senza sosta.
Ma vi ricordate!
Le spy story sulle derive e sui bulbi... e poi le feste che si facevano quando venivano svelati... festeggiavamo perfino noi a casa!
Le strambate... lo spinnaker... la randa... "cazza la randa, cazza la randa" gridavamo da ragazzini, sui pedalò al mare... sognando quegli eroi del mare... e vedere quei marziani che si arrampicavano sull'albero come se stessero volando? Mamma che impressione ogni volta...
E poi i lati di bolina, quelli più difficili da decifrare... ma spessissimo le regate si decidevano li! Con New Zeland che ogni volta sembrava che avesse un dio del vento tutto per lei!!!
Le emozioni erano infinite e si aveva il tempo per gustarsele tutte.
Ho detestato i catamarani... ma questi nuovi scafi, non so nemmeno come si chiamano, non hanno nulla "secondo me" a che fare con la vera leggenda dell'America's cup.


